Cervia

5/02/2023 | Città

Lungo la costa adriatica, tra il mare, le pinete e gli specchi d’acqua delle saline, tagliata in due dalla grande arteria di asfalto e automobili che quotidianamente la attraversano, Cervia è la porta meridionale del Parco regionale del Delta del Po, la città dei tre siti. L’antica Ficocle, città di origine greca, venne distrutta dal vescovo Teodoro nel 709, colpevole di essersi alleata a Ravenna contro Costantinopoli.

L’importanza del sito dal punto di visita economico si evince dalle dispute insorte nel corso dei secoli per il possesso del luogo che nel 1463 fu venduto dai Malatesta di Cesena alla Serenissima, dominio che si protrasse fino al 1509, anno in cui le saline tornarono nel pieno possesso dello Stato Pontificio per il quale il sito costituiva un’importante voce del bilancio della Camera apostolica.

L’antica Cervia sorgeva al centro delle saline in un territorio che nel corso dei secoli fu caratterizzato da endemiche ondate di malaria; questa posizione di isolamento nonché di precarietà dal punto di vista igienico sanitario, dovette convincere lo Stato pontificio  ad autorizzare il trasferimento del centro abitato in una posizione nuova. Il chirografo di Papa Innocenzo XII risale al 1698; la vecchia cittadina venne letteralmente smontata a rimontata verso il mare.

La città venne ricostruita in un luogo ritenuto più sicuro, al centro delle saline. La Cervia nuova risale agli inizi del ‘700, quando venne spostata verso il mare.

Il QUADRILATERO

La nuova Cervia venne riprogettata secondo criteri chiari e moderni: in forma quadrilatera, bastionata, con una piazza centrale. Una piccola città ideale. Alla ricostruzione parteciparono gli stessi salinari acquisendo così il diritto ad una casa che potesse essere trasmessa ai propri congiunti.

Nell’ariosa piazza da cui si dipartono gli assi viari a maglie ortogonali, si ergono, l’uno di fronte all’altro, il Palazzo comunale, anticamente Palazzo Apostolico; i lavori, su progetto di Francesco Fontana, ebbero inizio nel 1702; il palazzo non venne mai portato a compimento.

Di fronte al Palazzo comunale è la Cattedrale; la prima pietra fu posta nel 1699; la chiesa venne decorata all’interno con opere provenienti da altri luoghi di culto. La pala dell’altare maggiore rappresenta la Madonna Assunta a cui la chiesa è dedicata. Merita attenzione la pala di San Giuseppe con il Bambin Gesù di Simone Cantarini (1612-1648), artista pesarese formatosi a Bologna presso la bottega di Guido Reni.

A pochi metri di distanza si incontra la Chiesa del Suffragio che risale al 1722 quando venne fatta realizzare dalla confraternita del Santissimo Sacramento. Al suo interno si può ammirare un bel crocifisso ligneo del XIV secolo e un organo della famosa bottega dei Callido.

MAGAZZINI DEL SALE

L’attuale porto canale di Cervia era anticamente collegato con la zona delle saline. Una volta all’anno, in settembre, verso la fine dell’estate, cominciava il lungo e durissimo lavoro del trasporto del sale dalla zona delle saline fino ai magazzini. L’Oro Bianco veniva trasportato sulle burchielle, per essere stoccato all’interno dei poderosi magazzini per la successiva vendita.

Il sale scaricato a mano all’interno di robusti sacchi di juta colmava interamente gli spazi dei magazzini; Il più importante è il magazzino Torre, fatto costruire dal conte Michelangelo Maffei nel 1691 e capace di 130.000 quintali di sale.

Questo spazio è l’attuale sede del bellissimo MUSA, un museo dedicato a Cervia e al suo sale in cui è possibile scoprire gli strumenti per la lavorazione del sale, le imbarcazioni tradizionali utilizzate, ovvero le burchielle, i miti e i riti legati al sale anche attraverso l’ausilio di interessanti fotografie d’archivio.

TORRE SAN MICHELE

Costruito con funzione di vedetta soprattutto contro la pirateria del Mediterraneo, il fortilizio alto 27 metri con pianta quadrata e aspetto massiccio è dedicato a San Michele Arcangelo in onore del conte Michelangelo Maffei; La torre San Michele ospita l’ufficio turistico di Cervia.

LE SALINE

Nate in età etrusca, in maniera spontanea, oggi sono un vero paradiso di bellezza in cui convivono simbioticamente le attività antropiche e quelle naturali.

Le saline si estendono per 827 ettari, organizzate in una geometria di acqua, canaletti, paratoie e circondate da un canale lungo 14 km  e da due canali, uno immissario e l’altro emissario, arterie di acqua che garantiscono il funzionamento di questo spettacolare ecosistema.

Dal 1979 le Saline di Cervia sono Riserva naturale dello Stato di popolamento animale, soprattutto di specie migratorie tra cui il fenicottero rosa, l’avocetta, il cavaliere d’Italia e aironi del Delta.

 

LA SALINA CAMILLONE

Si tratta dell’unica salina superstite delle 150, gestita secondo l’antico metodo a raccolta manuale; in estate è possibile partecipare alle visite guidate organizzate dall’associazione dei salinari che conservano e tramandano le antiche tradizioni dei salinari di Cervia.

Nella salina Camillone il tempo scorre lento; qui il lavoro si svolge come da tradizione antica e tramandata di padre in figlio, per generazioni. Durante il periodo della lavorazione delle saline cioè in estate, il sale che si formava per evaporazione  veniva raccolto ogni giorno. Ogni cinque giorni la produzione del sale era completa; questo ciclo si ripeteva fino alla fine del periodo estivo; questo tipo di raccolta evita il deposito di sali più amari, come il cloruro di potassio  e quello di magnesio che richiedono più tempo per cristallizzare e che contemporaneamente conferiscono al sale un retrogusto amaro. Solo in questa salina si  tramanda l’antico metodo di lavorazione per ottenere  un sale integrale definito dolce dalle caratteristiche superiori perché ottenuto con acqua madre che non non supera mai i 28,5° Baumé e perché non viene essiccato in maniera artificiale. Questa metodologia produttiva ha consentito a questo speciale prodotto di ottenere il riconoscimento di presidio Slow food.

 

 

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